La dieta mediterranea promossa alla FAO

Roma, 18 settembre 2019. Oggi presso il quartier generale della FAO a Roma si è tenuta una giornata di riflessione e approfondimento scientifico sulla dieta mediterranea e l’Agenda 2030 – documento cardine ONU – che stabilisce 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile. Gli obiettivi principali relativi all’alimentazione sono due: fame zero entro il 2030 e sostenibilità nella produzione e consumo di cibo.

Tra gli altri ha davvero fatto volare alto l’intervento di Angela, partito dall’immagine della più antica bottiglia d’olio rinvenuta nella storia. Si è riportata l’attenzione su quanto la dieta mediterranea sia motore della storia: quest’ultima sarebbe diversa senza pane, olio e vino. Basti ricordare in merito che nell’antichità si associavano delle divinità a tali elementi ovvero: Atena all’olio, Demetra al grano e Dioniso al vino.

Il Mediterraneo è stato come un cortile, attraverso cui tre continenti hanno dialogato, scambiato usi e costumi, tradizioni, alfabetoe modi di vivere quali la convivialità. Si ricordi che l’alfabeto che usiamo è partito dal Libano, per arrivare agli Etruschi e ai Romani.

La dieta mediterranea è dunque frutto di questo parlamento che ha visto come arena il Mediterraneo; chi ha “globalizzato” la dieta, e non solo, sono stati i Romani con la rete stradale poderosa che ebbero modo e ingegno per costruire. Se dessimo un’occhiata all’attuale mappa stradale d’Europa, vedremmo esattamente la stessa costruita dai Romani (!). Questa globalizzazione ha riguardato tanti prodotti, che hanno attraversato questi 80.000 km di strade e il mare: il lino ad esempio veniva dall’Egitto e tessuto a Roma, l’olio arrivava dalla Grecia o dalla Spagna in anfore corpose che poi venivano distrutte in quanto non riutilizzabili presso l’attuale monte dei cocci del quartiere Testaccio. Una sola moneta ed una sola lingua hanno permesso questi “miracoli”: senza internet, si ebbe la visione che mettere insieme fosse la via da seguire, quei tre elementi con cui si è iniziato l’intervento hanno viaggiato così. Traiano mandò una legione in Algeria, prevedette sgravii fiscali per chi vi coltivasse ulivi e così l’olio viaggiava… Dall’Egitto arrivava invece il grano, a Ostia, nella zona di Portus troviamo resti di magazzini high tech che contenevano appunto il grano. Il pane era il vero motore della vita antica: Cleopatra, donna colta e lungimirante, lo sapeva e aveva ampliato i territori egiziani, potè farlo arricchendosi col grano, che portò ricchezza e la ricchezza porta ad un forte esercito.

Si diffondeva così un modo di mangiare, un lifestyle e un modo di relazionarsi: a tavola le differenze sfumano in amicizia. L’Italia in questo scenario ha dato un contributo essenziale con due ingredienti: creatività ed audacia. Peraltro, l’arte del pizzaiolo è patrimonio Unesco, ma quando mangiamo la pizza mangiamo la storia: nel neolitico si è scoperto il grano, i pomodori arrivano dall’America e la mozzarella è arrivata nel beneventano tramite i Longobardi.

L’ antropologo Marino Niola ha in ultimo riportato alla sacralità di olio, vino e pane tanto nota ai Cristiani che crediamo abbiano un significato simbolico molto preciso e importante.

Il neo Direttore Generale della FAO Qu Dongyu è intervenuto per rimarcare che la dieta mediterranea promuove la produzione di cibo e consumo locali; incoraggia l’agricoltura sostenibile; salvaguarda i paesaggi; ha basso impatto ambientale, ed è dunque è fondamentale per raggiungere gli obiettivi di Agenda 2030.

Per promuovere i principi della dieta mediterranea, oggi l’Italia ha lanciato l’Alleanza per la promozione della dieta mediterranea, sulla base della risoluzione dell’Assemblea Generale dell’ONU sulla salute globale e la politica estera del dicembre 2018. Un’occasione da perseguire per il bene dell’Italia, dei consumatori globali e del pianeta.

Leave a comment

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.