Solo briciole

Willy Herteleer muore nel febbraio 2015, papa Francesco ne chiede la sepoltura. Nessuno sa chi sia Willy, non fa parte del jet set, né della scena politica internazionale, ma a Piazza San Pietro era conosciuto: aveva amicizie importanti, tra cui un noto giurista rotale, che si fermava spesso a pregare con lui.

Willy era un clochard, di quelli che non mancano mai, le guardie svizzere lo avevano soprannominato l’araldo di Sant’Anna, vai a sapere perché, che differenza fa? Quello che sappiamo è che Willy era importante, al punto che il Papa ne richiese la sepoltura.

Sarebbe bello affrontassimo con questo spirito la morte delle ventisei donne migranti giunte a Salerno su nave spagnola già morte e invece ho come la sensazione che ci si sia un po’ abituati, che sia l’ennesimo sbarco cui ormai neppure i mass media diano troppo peso, meglio il viaggio di Trump in Giappone o, peggio, gli investimenti alle Cayman della regina Elisabetta, che non la morte di poveracci senza nome.

E invece a volte le briciole dicono di più dei bocconi, ci dicono che sono sbarcati duemilacinquecento migranti in tre giorni, che si sono registrate trentasette vittime recuperate da tre eventi, che vi è un numero imprecisabile di dispersi e che solo ieri a Crotone sono sbarcati trecentosettantotto persone, salvate, in un barcone fatiscente.

Le briciole ci dicono che ci sono aree del pianeta che marciscono in povertà, mentre l’altra parte naviga nello spreco infelice di risorse e di cibo. Le briciole ci dicono che tutto ciò che non porti benessere ci fa schifo, non lo vogliamo, lo evitiamo. Ma se fosse lì invece l’occasione, la vita? Papa Francesco lo sa, ecco perché chiede la sepoltura di un clochard che altrimenti chissà dove sarebbe finito: immagino lo abbia fatto cercare non vedendolo in Piazza San Pietro per qualche giorno.

Bello sarebbe che andassimo a cercare queste bricioline, il nostro prossimo, e potessimo manifestargli voglia di incontro, comprensione, compassione, integrazione. Purtroppo non possiamo influenzare il contesto macro, per quello ci sono i governi, ma tanto possiamo fare nel quotidiano, nel piccolo e dobbiamo farlo. Che poi tutti noi diventiamo briciole, o prima o poi.

6 comments

  1. Io me lo ricordo. Del caso, all’epoca, si occuparono i vari TG, sottolineando la figura bonaria di quella persona che, nononstante vivesse nell’indigenza assoluta, riservava perle di saggezza a chiunque lo incontrasse. Purtroppo, dici il vero: in questo mondo secolarizzato e scristianizzato dove vale solo l’individualismo e l’egoismo in ogni sua sfaccettatura, solo la ricchezza fa notizia e invidia, mentre la morte di miserabili che fuggono dalla patria natia per sottrarsi alla fame e alla guerra, e’ solo statistica. Su tutti noi, nessuno escluso, pende una responsabilita’ formidabile di cui un giorno dovremmo renderne conto a Colui il cui metro di giudizio e’ solo e nient’altro che la carita’ dispensata: e non ci piacera’…

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  2. Grazie Signora Gavina per il suo post ricordando Willy Herteleer. L’ho scoperto tramite Simone Venturini. Due anni fa, alla domanda della famiglia di Willy, con la quale siamo in contatto nel Belgio, ci siamo recati, mia moglie e io sulla sua topmba dentro la Città del Vaticano, condotto da Mons. Ciani, che lo conosceva da anni. Cosi abbiamo potuto fare quelche foto che abbiamo dato ai suoi cari ad Anversa. La sua riflessione sui migranti arrivati morti a Salerno è giustissima. La ringrazio davvero. L’ho postato sulla pagina Facebook del nostro Movimento ATD Quarto Mondo, movimento di lotta alla povertà creato nel 56 in Francia da padre Joseph Wresinski. Rimaniamo in contatto. Jean Tonglet

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