Veneto, dove la cultura vale meno di un caffé

“Fatti non foste a viver come bruti”, ammoniva Dante, ma la cultura è destinata a restare in un cantuccio, proprio nel Paese che vanta il record dei siti Unesco e un numero inestimabile di musei e siti archeologici.

E’ una delle Regioni eccellenti, il Veneto, a fare le spese di tagli smisurati al bilancio di previsione che  verrà discusso in questi giorni in Consiglio regionale, la Giunta decide di far segnare il minimo storico in termini di finanziamenti. Solo lo 0.04 per cento delle risorse complessive  è quanto si è deciso di destinare. Meno di un euro per abitante, meno di un caffè.

Indizi di un patrimonio che non riusciamo a gestire e che paga il pegno di anni di sperperi: così la regione della Biennale, di Romeo e Giulietta, della Fenice si vede cancellati importanti capitoli di spesa, ciò che costringerà a limitare al minimo i progetti per il prossimo anno.

“Fino a due anni fa potevamo contare su 1,150 milioni a testa – sostiene il sovrintendente della Fenice Cristiano Chiarot – ora le cose sono cambiate”. Meno risorse significa meno spettacoli e minore qualità”. Non ci siamo ancora scrollati di dosso l’idea che “con la cultura non si mangia”, come ebbe a dire Giulio Tremonti, speriamo che in futuro potremo prendere spunto da Paesi quali la Francia, in cui è lo Stato a provvedere in parte al sostentamento delle risorse culturali, dei progetti e degli artisti.

Anche apparso su: http://www.interris.it/2016/02/12/85502/cronache/cultura/veneto-dove-la-cultura-vale-meno-di-un-caffe.html

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